L’insoddisfazione lavorativa è un fenomeno comune che può colpire chiunque, indipendentemente dal settore o dal ruolo.
Ma cosa succede quando l’immagine professionale che abbiamo di noi stessi, e che gli altri hanno di noi, non corrisponde più a ciò che ci rende felici?
In questo articolo esploro le cause e le conseguenze dell’insoddisfazione lavorativa e ti offro spunti su come trasformare questo malessere in un’opportunità di crescita personale e professionale.
Il crash: quando tutto va in tilt
Immagina di essere considerato un esperto nel tuo campo. Tutti ti dicono che sei nato per fare ciò che fai.
Eppure, un giorno, ti rendi conto che odi quello che fai.
Scrivere comunicati stampa, sbobinare interviste e creare pubbliredazionali non ti dà più alcuna soddisfazione.
Questo è il momento del crash, quando ti senti disorientato e in colpa, sperando che sia solo un periodo passeggero.
Le emozioni: un segnale da ascoltare
Il malessere, la delusione, la tristezza e il dolore sono emozioni che emergono in questi momenti di crisi.
Invece di nasconderle sotto il tappeto, è importante ascoltarle.
Queste emozioni possono essere una guida preziosa per andare alla ricerca di ciò che è davvero buono per te.
La trappola dell’insoddisfazione
Quando ero nella morsa dell’insoddisfazione lavorativa, non riuscivo a godermi neanche una giornata al mare.
Il loop infernale oscillava tra “non è possibile che la vita sia tutta qui” e “la devo smettere di lamentarmi, c’è chi sta peggio di me”.
Non ne uscivo. Passavo da una domenica sul divano a una domenica in giro senza percepirne alcuna differenza.
Non parlavo d’altro se non della mia insoddisfazione sul lavoro.
Saltavo i pasti e dormivo poco.
Non riuscivo ad accettare quello che per me, all’epoca, era il fallimento più grande della mia vita.
Lo spunto per trasformare l’insoddisfazione in opportunità
Oggi quando racconto della mia insoddisfazione e dei miei sensi di colpa ai clienti duranti i percorsi, provo una grande tenerezza per me stessa.
Se fossi stata lì, accanto alla me di 36 anni, le avrei dato il permesso di stare così senza sentirsi in colpa.
Voglio incoraggiarti a non sentirti in colpa perché ti lamenti del tuo lavoro e “sulla carta non dovresti”.
Puoi lamentarti e contemporaneamente sfruttare appieno questo momento.
Vai a fondo della tua insoddisfazione.
Scava.
Troverai un tesoro unico e risalirai in superficie con una gioia che non si può descrivere se non con il tuo sorriso più pieno.
Se ti serve una guida, io sono qui.
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